Non hai diritto alla pensione? Ecco due fantastiche misure alternative che assicurano fino a 1.500 euro al mese

Il nostro ordinamento prevede due indennità che permettono di ottenere una rendita certa anche a chi non ha i requisiti per la pensione.

Per accedere alla pensione di vecchiaia, al momento, sono necessari almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione. Chi non possiede tali requisiti può usufruire di alcune misure che assicurano una rendita durante gli anni che mancano al raggiungimento dei presupposti per il pensionamento.

indennità alternative alla pensione
Per chi non ha i requisiti per la pensione esistono due valide alternative (gazzettapmi.it)

In particolare, ci sono due opzioni molto vantaggiose, che possono essere richieste anche da coloro che hanno solo 63 anni. Si tratta, tuttavia, di misure solo provvisorie; una è stata confermata anche per il prossimo anno, mentre l’altra scadrà il prossimo 31 dicembre e, al momento, non si hanno notizie certe su un suo possibile rinnovo.

Entrambe permettono di uscire anticipatamente dal lavoro e ottenere un’indennità, fino al compimento dell’età pensionabile. Scopriamo di quali misure si tratta, a chi spettano e quali vantaggi assicurano ai contribuenti che le richiedono.

Uscita anticipata dal mondo del lavoro grazie a queste due indennità: i vantaggi sono incredibili

La prima misura che assicura una rendita ai lavoratori è un fondamentale ammortizzatore sociale: la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Si tratta dell’indennità riconosciuta ai dipendenti che hanno perso il lavoro in maniera involontaria e che viene erogata per la metà delle settimane lavorate negli ultimi anni e fino a 24 mesi, con un valore pari al 75% dello stipendio medio.

naspi e ape sociale
Quali sono le indennità che possono essere percepite anche da chi non ha ancora 67 anni? (gazzettapmi.it)

La NASpI può essere percepita da coloro a cui manca poco per andare in pensione. Coloro che ne hanno terminato la percezione, inoltre, possono richiedere l’Ape Sociale. Consiste in un trattamento fino a 1.500 euro al mese, erogato a coloro che hanno un’età minima di 63 anni e 5 mesi e una massima di 67 anni.

L’Ape Sociale, inoltre, spetta a chi ha almeno 30 anni di contribuzione, se disoccupato. In pratica, dopo aver percepito la NASpI per due anni, una persona che ha perso il lavoro a 63 anni, può presentare richiesta per l’Ape Sociale e riceverla per un ulteriore biennio, fino al compimento dei 67 anni di età (requisito per usufruire della pensione di vecchiaia).

Attenzione, però, perché mentre la NASpI continuerà a essere in vigore anche nel 2025, l’Ape Sociale sarà attiva solo fino al 31 dicembre 2024, perché si tratta di una misura sperimentale. Ogni anno, i Governi hanno provveduto a un rinnovo dello strumento tramite la Legge di Bilancio, ma, almeno al momento, non ci sono notizie ufficiali su una sua proroga. C’è, tuttavia, chi sostiene l’introduzione di un’Ape Sociale strutturale, che consentirebbe ai contribuenti di organizzare la futura uscita dal mondo del lavoro con maggiore sicurezza e precisione.

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