Bastano venti anni per il pensionamento anticipato di tre anni rispetto la pensione di vecchiaia. Opportunità rivolta a pochi.
In pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, un traguardo ambito da tanti lavoratori ma non tutti possono dire di poterlo tagliare. Ci sono altre condizioni, infatti, che precludono l’accesso a numerosi cittadini.
Tutti i lavoratori possono andare in pensione raggiunti i 67 anni di età e avendo maturato 20 anni di contributi. Questi i limiti certi fino al 2026, poi a causa dell’adeguamento alla speranza di vita il requisito anagrafico aumenterà sicuramente. In dubbio l’incremento del requisito contributivo minimo per lasciare il mondo del lavoro. In generale, le previsioni sono di difficoltà sempre maggiori per i lavoratori che desiderano andare in pensione.
Bisognerà attendere sempre di più e la cifra sull’assegno, invece, si ridurrà perché cambieranno – in peggio – i coefficienti di trasformazione per il sistema di calcolo contributivo. Insomma, chi può andare in pensione subito è bene che non aspetti oltre in molti casi! Se si hanno solo 20 anni di contributi (numero che non permetterà di avere un assegno pensionistico di importo alto) si può scegliere la pensione anticipata contributiva al compimento dei 64 anni.
Per poter andare in pensione a 64 anni occorrerà essere contributivi puri ossia aver iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Avendo contributi maturati al 31 dicembre 1995 sarà possibile sfruttare lo scivolo solo in caso di computo presso la Gestione Separata con accredito della contribuzione versata in diverse casse INPS. Ma torniamo ai nostri contributivi puri. Non baste soddisfare il requisito anagrafico di 64 anni e quello contributivo di 20 anni. Ci sono altre condizioni economiche da soddisfare.
Nello specifico la pensione sarà concessa solo se l’assegno mensile risulterà pari o superiore a 3 volte l’assegno sociale. Questo beneficio nel 2024 vale 534,40 euro al mese. Significa che per accedere alla pensione anticipata contributiva occorrerà avere un assegno pensionistico di almeno 1.603,20 euro. Meno stringenti i paletti per le donne. Il limite minimo è di 2,8 volte per le lavoratrici con un figlio (1.496,32 euro) e di 2,6 volte per le lavoratrici con due o più figli (1.389,47 euro).
Si tratta comunque di importi molto alti che rendono impossibile per tanti lavoratori andare in pensione. Il montante contributivo, infatti, è spesso proibitivo toccando i 402.044,56 euro ossia 18 mila euro all’anno. Tali cifre vengono raggiunte solo avendo uno stipendio annuale oltre i 54 mila euro. C’è anche in limite massimo, comunque, da rispettare. La pensione non dovrà superare i 2.993,05 euro (5 volte l’assegno sociale).
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