Guida al redditometro: meglio conoscerlo per evitare sanzioni fiscali

Il redditometro è uno strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, potenziato nel corso degli anni grazie a norme ad hoc. Meccanismo e finalità.

Calcolatrice, penna e fogli
Cos’è il redditometro e perché viene utilizzato dall’Agenzia delle Entrate? (Pixabay)

I rapporti tra Fisco e contribuenti sono fatti anche di termini tecnici, ma che vanno conosciuti e compresi, per aver ben chiaro a quali rischi si va incontro, non rispettando le norme fiscali.

Vediamo insieme il redditometro, di che si tratta, perché esiste e a chi si applica.

Cos’è il redditometro

Al di là del tecnicismo del termine, non è complicato spiegare di cosa stiamo parlando. Il redditometro altro non è che uno strumento che usa l’Agenzia delle Entrate, al fine di valutare la coerenza tra i redditi dichiarati dai contribuenti e il tenore di vita di questi ultimi.

Con un linguaggio tecnico, il redditometro si definisce uno strumento di accertamento sintetico, che risale al reddito vagliando le singole manifestazioni di capacità contributiva, ossia l’idoneità economica dell’individuo a partecipare alle spese pubbliche.

Detta capacità si concretizza tramite indici economicamente valutabili, come ad es. un patrimonio, un reddito, una spesa per consumi o investimenti. Grazie a detti indici il Fisco – in riferimento al quale recentemente abbiamo parlato di alcune novità rivoluzionarie – può dunque stimare il reddito presunto di un contribuente, sulla base delle spese che quest’ultimo ha compiuto.

A chi si applica il redditometro

Detto redditometro può applicarsi verso ogni singolo contribuente – persona fisica, indipendentemente dal fatto che sia o meno obbligato alla tenuta delle scritture contabili.

Il principio di fondo è che a ciascun flusso economico in uscita debba corrisponderne uno in entrata, la cui irrilevanza reddituale dovrà essere poi provata dal contribuente (e non meramente presunta).

Infatti è sul contribuente, oggetto delle attività dell’Agenzia, che grava l’onere di dimostrare che la disponibilità di beni e servizi, per se e per il nucleo familiare, è compatibile con le risorse finanziarie che possono derivare dall’attività professionale svolta – di tipo subordinato o autonomo.

Ma altresì potrebbe dimostrare che le spese effettuate sono ‘coperte’ da altri fonti legittime come, ad esempio, i prestiti o i finanziamenti.

A cosa serve il redditometro

Come accennato poco sopra, il redditometro mette a confronto dati inerenti al singolo contribuente, per scovare eventuali incongruenze che potrebbero:

  • collegarsi a redditi reali sottostimati
  • e dunque spia di un caso di evasione fiscale o di dichiarazione dei redditi non corrispondente al vero

In altre parole, il redditometro serve alle Entrate – che ha recentemente introdotto novità sulla Certificazione Unica – per operare una selezione dei contribuenti, e porre l’attenzione su quelli che potrebbero aver commesso illeciti di natura fiscale, o potrebbero commetterne in futuro.

Come detto, il redditometro permette di analizzare consumi e spese dei contribuenti, mettendoli a confronto con i redditi dichiarati e, al contempo, è un mezzo utile per recuperare eventuali tasse e imposte non pagate – come pure per garantire maggiore equità nel sistema fiscale.

Strumento primario e caratterizzante i rapporti tra Fisco e cittadini, grazie alle nuove tecnologie può oggi perfezionarsi ed essere sempre più preciso e utile all’attività dell’amministrazione finanziaria.

Come funziona il redditometro

Scendendo un po’ più nel dettaglio del funzionamento dello strumento, il redditometro si fonda su una serie di parametri e criteri guida fissati dall’Agenzia delle Entrate, che permettono ai suoi operatori di valutare varie categorie di spese e consumi.

Basti pensare ad es. all’acquisto di beni di lusso come automobili sportive o barche, alle spese per l’istruzione dei figli (talvolta implicanti il pagamento di rette molto care), alle vacanze e non solo.

Se grazie al redditometro, l’Agenzia si rende conto che le spese rilevate sono maggiori dei redditi dichiarati annualmente con le consuete procedure, si potrà presumere un’evasione fiscale e il contribuente potrà essere soggetto a controlli più approfonditi. Se del caso, questi potrebbe esporsi ad una sanzione fiscale.

In altre parole, quando le entrate individuate con il redditometro non combaciano con l’entità delle spese compiute nello stesso anno di imposta, emerge un’anomalia e sarà chiesto al contribuente di spiegare tale incongruenza tramite prove documentali.

L’accertamento da redditometro e le fasi in sintesi

Con queste parole, si indica tecnicamente l’attività che l’Amministrazione finanziaria compie per individuare, in maniera induttiva, il reddito complessivo del contribuente, ponendo l’attenzione sulla capacità di spesa di chi è sottoposto a controllo, piuttosto che sulle fonti di eventuali redditi non dichiarati.

E recentemente ha suscitato interesse la notizia per cui il Fisco controllerebbe anche i post social per verificare la posizione del singolo contribuente.

Vediamo brevemente come si articola l’accertamento.

Segnalazione contribuente e richiesta chiarimenti

Le Entrate, grazie alle loro attività di ricerca, possono chiedere al singolo cittadino chiarimenti circa quanto emerso a livello di spese per beni o servizi, o anche incrementi patrimoniali. Basti pensare ad es. all’acquisto di una villa o di uno yacht.

Il cittadino sarà così tenuto a dimostrare la congruenza tra spese sostenute e redditi dichiarati.

Svolgimento del cd. contraddittorio preventivo

In detta fase il contribuente potrà giustificare le fonti reddituali sfruttate, grazie all’esibizione di memorie e documenti. Di fatto il Fisco ha il diritto di convocare il cittadino, per chiedergli di giustificare lo scostamento tra spese effettuate e reddito dichiarato.

Egli potrà così provare che il reddito, sinteticamente determinato o determinabile dagli uffici finanziari, è:

  • formato in tutto o in parte da redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta
  • può giustificarsi sulla base di altri fatti e circostanze

Il contradditorio è però facoltativo: in queste circostanze l’avviso di accertamento delle Entrate può essere ‘sorvolato’, non restando al contribuente che esporre al giudice le sue difese.

In detta occasione, sarà quindi compito del magistrato valutare la conformità alla legge del comportamento del contribuente, bersaglio dell’accertamento da redditometro.

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