C’è una Riforma delle pensioni nell’aria da troppi anni. Ora è arrivato il momento di realizzarla tenendo conto degli interessi dei lavoratori.
Il 2025 sarà l’anno della Riforma delle pensioni. Tanto attesa dagli italiani speriamo solo che non sia una delusione totale. Scopriamo un primo progetto elaborato dal Governo.
Tra qualche anno non ci saranno più i soldi per pagare le pensioni. L’OSCE ha elaborato le sue previsioni sul sistema previdenziale italiano e di altre nazioni europee. Pessime previsioni, naturalmente, che parlano di una crisi profonda in arrivo che si potrà superare con una patrimoniale o con la drastica riduzione degli scivoli pensionistici anticipati.
L’allerta lanciata al momento viene colta dal Governo italiano, quali conseguenze avrà per i cittadini? Si cercherà di elaborare una strategia per salvare il sistema previdenziale che non leda troppo i lavoratori? Pensiamo all’oggi, la priorità è una Riforma delle pensioni che tenga conto di tante esigenze. Rumors parlano di una riforma basata sul sistema contributivo messa in atto entro il 2026.
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Riforma delle pensioni con ricalcolo contributivo, come funzionerebbe
Per evitare che le pensioni pesino realmente per il 17% sul PIL – come previsto dalla Ragioneria Generale dello Stato – si pensa ad un sistema contributivo per tutti come elemento chiave della Riforma delle pensioni. Questo a partire già dal 2025. Sparisce in un lampo la speranza che i cambiamenti siano favorevoli ai lavoratori. Il sistema di calcolo contributivo, infatti, è proprio quello che riduce nettamente l’importo dell’assegno pensionistico. Eppure serve un sistema uguale per tutti per salvare le pensioni e creare una riforma previdenziale equilibrata e sostenibile.
Niente più disparità tra scivoli soprattutto per le uscite anticipate. La Legge di Bilancio 2024 ha iniziato a scoraggiare i lavoratori peggiorando le condizioni di accesso ad alcune misure come Quota 103 – è stato introdotto proprio il sistema di calcolo contributivo per tutti e sono state allungate le finestre di decorrenza – e la pensione contributiva a 64 anni alzando il limite minimo dell’assegno per il pensionamento. Prendendo spunto da queste prime limitazioni si continuerà su questa strada per ridurre i canali di uscita anticipata.
Impossibile dire, al momento, quali misure rimarranno e quali saranno introdotte. Quota 103 rimarrà com’è o diventerà Quota 104? Opzione Donna rimarrà ferma ai 61 anni di età per chi non ha figli o l’età anagrafica salirà ancora? Poi ci sono gli altri scivoli come l’APE Sociale e la pensione per attività gravose o usuranti. Attendiamo novità ma fino a quel momento restiamo all’oscuro su cosa ci riserverà il futuro.
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