I Bonus per la casa permettono di approfittare di detrazioni del 50, 65, 70% da portare in dichiarazione dei redditi. Se i lavori li paga una persona diversa dal proprietario si possono richiedere ugualmente?
Poniamo il caso di un figlio che abita con il padre nella casa di quest’ultimo. Volendo ristrutturare l’abitazione se a pagare gli interventi è il figlio si potrà approfittare lo stesso delle agevolazioni concesse dallo Stato?
Il Governo ha confermato le agevolazioni per la casa nel 2024 ad eccezione del Bonus case green, poco sfruttato dai cittadini. I contribuenti che vorranno riqualificare l’abitazione dal punto di vista energetico per adeguarsi alle direttive UE potranno richiedere il Superbonus con aliquota al 70% per tutto l’anno in corso.
In alternativa possono approfittare del Bonus barriere architettoniche con detrazione del 75% se nel nucleo c’è una persona con disabilità e si intendono mettere in atto interventi per eliminare barriere che impediscono al disabile la libertà di movimento in casa. Altre agevolazioni confermate sono l’Ecobonus, il Sismabonus, il Superbonus rafforzato al 110% per chi vive in territori in cui c’è stato il terremoto e il Bonus Ristrutturazione con detrazione del 50%. Quando sono concesse le detrazioni?
La normativa stabilisce che la detrazione al 50% prevista per il recupero del patrimonio edilizio spetta anche al familiare convivente del proprietario dell’immobile qualora paghi i lavori. L’Agenzia delle Entrate ha ribadito in più occasioni come lo status di convivenza sia fondamentale e dovrà sussistere al momento dell’avvio delle procedure abilitative come la CILA. In ogni caso il richiedente dovrà convivere con il detentore dell’abitazione alla data di inizio dei lavori e nel momento in cui si effettuano i versamenti per le spese ammesse in detrazione.
Il figlio, dunque, può accedere al Bonus se convive con il padre nella casa appartenente al genitore e se vengono rispettati i suddetti requisiti. Non serve, invece, che la convivenza e la disponibilità della casa permangano per tutto il periodo di fruizione della detrazione. Significa che se al termine dei lavori il genitore volesse affittare la casa ristrutturata potrà procedere senza andare ad intaccare il diritto al Bonus fiscale del figlio.
Ricordiamo che in caso di ristrutturazione con interventi trainanti è possibile richiedere anche una seconda misura, il Bonus mobili e grandi elettrodomestici. Prevede un’ulteriore detrazione del 50% per chi effettua le spese rispettando, però, il limite massimo di spesa di 5 mila euro nel 2024 (significa un detrazione massima di 2.500 euro).
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