Grazie alla pensione anticipata contributiva si può smettere di lavorare anche a 64 anni, ma la Legge di Bilancio ne ha ristretto la portata.
La Manovra finanziaria ha apportato novità fondamentali alla pensione anticipata contributiva, destinata a coloro che hanno compiuto 64 anni di età e che possiedono 20 anni di contributi.
Da quest’anno, infatti, sarà necessario anche che la prestazione spettante sia pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale (cioè a 1.603,23 euro) e, dunque, non più a 2,8 volte. Quest’ultimo presupposto rimarrà valido esclusivamente per le donne con un figlio; per le lavoratrici che hanno due figli, invece, la soglia sarà pari a 2,6 volte.
Un’altra importante novità è la previsione di una finestra di 3 mesi per l’erogazione della pensione e un tetto massimo riconoscibile pari a 5 volte il trattamento minimo. Di conseguenza, l’assegno spettante non potrà essere superiore a 2.993,05 euro, fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Rimane invariata la platea dei beneficiari, circoscritta ai cd. contribuenti puri, ossia a coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996, e a coloro che hanno scelto il computo presso la Gestione Separata.
Ma quale anzianità contributiva è necessaria per smettere di lavorare a 64 anni? Scopriamolo.
Leggi anche: “In pensione a 64 anni se si raggiunge questo importo dell’assegno“.
I lavoratori che, nel 2024, intendono beneficiare della pensione anticipata contributiva con 64 anni di età devono necessariamente maturare un montante contributivo di almeno 402.044,56 euro.
Il raggiungimento di tale presupposto non è, tuttavia, semplice perché presuppone dei versamenti molto generosi durante l’intera vita lavorativa del contribuente. In media, in 20 anni sono richiesti circa 18 mila euro annui.
Questo significa che bisogna percepire uno stipendio medio annuale superiore a 54.500 euro oppure un reddito medio come libero professionista iscritto alla Gestione Separata di 72 mila euro.
Leggi anche: “Pensione quota 103, i motivi per cui dire “no” alla misura“.
Alle lavoratrici che, invece, hanno un figlio occorrerà avere un montante contributivo pari ad almeno 375.242,09 euro e, dunque, dovranno versare annualmente almeno 16.750 euro. Tale requisito può essere maturato esclusivamente da coloro che ricevono uno stipendio medio superiore a 50.757 euro annui o che hanno un reddito medio come libere professioniste iscritte alla Gestione Separata di 67 mila euro.
Più fortunate sono le donne con due o più figli, per le quali è richiesto un montante contributivo pari ad almeno 348.439,62 euro, raggiungibile con versamenti di 15.550 euro annui e, dunque, con uno stipendio superiore a 47.121 euro all’anno oppure un reddito medio di 62.200 euro, come libere professioniste iscritte alla Gestione Separata.
Tutti i presupposti evidenziati si riferiscono a coloro che hanno 20 anni di contributi. Se l’anzianità contributiva è maggiore, ovviamente la pensione anticipata contributiva sarà accessibile anche a chi ha stipendi e redditi più bassi.
Il nostro ordinamento prevede due indennità che permettono di ottenere una rendita certa anche a…
La legge consente ad alcune categorie di persone di non pagare il bollo auto. Scopriamo…
Il long rent continua a crescere in Italia, soprattutto per quello che riguarda quella percentuale…
Bastano venti anni per il pensionamento anticipato di tre anni rispetto la pensione di vecchiaia.…
I genitori hanno tante spese da affrontare per i figli. Possono ammortizzarle grazie a Bonus…
Assegno pensione più alto del solito, si tratta di un errore dell'INPS o di un…