È molto probabile, dunque, che i proprietari di suddetti immobili saranno presto obbligati a effettuare i lavori per arrivare a una Classe energetica più alta. Il problema, per questi proprietari, potrebbe essere quello di non riuscire a trovare le risorse economiche. Infatti da alcune stime si parla di spese di circa 60 mila euro per immobili di circa 100 metri quadri.
Non si sa ancora se chi non rispetterà le direttive “Case Green” subirà multe o simili, ma di sicuro sarà il mercato a penalizzare gli immobili non più in regola. Ecco che, forse, conviene agire adesso, prima che sia troppo tardi.
Sono attivi ancora diversi bonus che i proprietari di immobili possono sfruttare, e ricordiamo che non è detto che tali agevolazioni durino per sempre. Conviene fare una riflessione, dunque, e decidere quale strada intraprendere.
Chi desiderasse cominciare ad “avvantaggiarsi” può contare ancora su alcuni bonus offerti gentilmente dal Governo. Attualmente infatti sono ancora disponibili:
- il superbonus al 70%;
- l’Ecobonus
- il Bonus Ristrutturazione al 50%.
Se il Superbonus fa un po’ “paura”, visto il caos che ha sempre accompagnato questa agevolazione fiscale, si può prendere in considerazione il bonus ristrutturazione, che offre lo sgravio fiscale del 50% sugli interventi agli immobili di vario genere. Il tetto massimo detraibile è 96 mila euro.
Anche l’Ecobonus in questo senso può essere valutato, e inoltre ricordiamo che è stato prorogato al 31 dicembre 2024. A differenza del più “generico” bonus ristrutturazioni, l’ecobonus è pensato proprio per agevolare chi effettua lavori per migliorare l’immobile a livello energetico.
Lo sconto Irpef oscilla dal 50% al 65%, e dunque chi effettua i lavori si vedrà spalmare il risparmio in 10 rate annuali. Non è possibile invece ottenere lo sconto diretto in fattura.
Dunque lo Stato rimborsa tra il 50% (questa percentuale, ad esempio, se si installano i pannelli fotovoltaici) e il 65% di quanto speso, (ad esempio per chi effettua i lavori di cappotto termico, caldaie a condensazione, colonnine di ricarica per le auto elettriche) in 10 anni, attraverso la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che anche per l’Ecobonus non è più possibile avvalersi di sconto in fattura e cessione del credito.