Non si fermano gli aumenti indiscriminati dei premi per le polizze Rc Auto, e Federconsumatori è sul piede di guerra.
Già nell’ultima parte dell’anno le associazioni per consumatori avevano denunciato aumenti ingiustificati sulle Assicurazioni Auto. Non sono andati in linea con l’inflazione, superandola anzi abbondantemente, e nemmeno con l’andamento degli incidenti, che sono addirittura diminuiti.
La situazione sta diventando talmente grave che Federconsumatori denuncerà, durante la Commissione di Allerta rapida sui prezzi, le dinamiche che stanno interessando il comparto assicurativo e che sta danneggiando fortemente gli automobilisti.
Aumenti Rc Auto, stanno per arrivare mazzate ulteriori, è emergenza rincari: la situazione
Federconsumatori non ci sta, e denuncia dinamiche non trasparenti ed eque sui rincari delle Rc Auto. In collaborazione con ACI ha divulgato i dati degli incidenti, che sono diminuiti dell’1%, e dunque non possono rappresentare una scusante per alzare ulteriormente i prezzi delle assicurazioni.
Già nel 2023 si era assistito ad un abnorme aumento, stimato in media del 7%, che era superiore all’adeguamento dell’inflazione. Oggi si spende in media 391 euro a fronte dei 321 degli anni precedenti.
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Ma non è tutto perché anche in questi due primi mesi dell’anno le assicurazioni continuano ad aumentare. Siamo nell’ordine – come denuncia appunto Federconsumatori – del 5% per gli assicurati in 14esima classe e del 2% per quelli in prima.
Gli aumenti più consistenti, come spesso accade in questo settore, si sono registrati nella Capitale e a Napoli: a farne le spese i portafogli dei neopatentati che si trovano in 14esima Classe, che hanno visto aumenti anche fino al 28%.
Leggermente più fortunati i maggiorenni che possono stipulare un contratto di assicurazione auto sfruttando la cosiddetta Legge Bersani, che vedono aumenti dell’1% sulla prima classe. Ma l’aumento sale al 2% per la medesima classe a danno dei cinquantenni, che evidentemente sono considerati categorie più a rischio.
Ciò che spicca, ancora una volta, è la differenza tra i costi applicati in Italia e gli altri Paesi europei: siamo a un +27% rispetto alla media, a fronte – non dimentichiamolo – di stipendi che invece non registrano un “+” da troppi anni, o che comunque non sono ancora in linea con gli Stati Membri UE.
Per Federconsumatori siamo di fronte a “un divario inaccettabile” che va assolutamente sanato. L’Associazione sottolinea che la scusante addotta dalle aziende assicurative (ovvero a causa di un numero di veicoli non assicurati sempre più alto) non regge, e che si dovrebbe combattere l’illegalità piuttosto che spalmarne i costi sugli automobilisti onesti.