I dipendenti statali che chiedono un anticipo del TFS dovranno pagare una cifra molto alta di interessi. Quantifichiamola.
Le novità tanto attese per il Trattamento di Fine Servizio dei dipendenti pubblici sono ancora in stand-by. Gli alti interessi da pagare per l’anticipo del TFS, invece, in pausa non sono stati messi.
I lavoratori dipendenti pubblici ottengono al termine del rapporto di lavoro il Trattamento di Fine Servizio/Rapporto ossia un importo accumulato negli anni durante la carriera lavorativa. Rispetto ai tempi di erogazione dei lavoratori privati, quelli dei dipendenti pubblici sono molto più lunghi. In alcuni casi possono arriva a cinque ma anche sette anni di attesa. Attesa giudicata incostituzionale con conseguente richiesta/obbligo di velocizzare le tempistiche dei versamenti.
Al momento l’INPS sta cercando di capire come intervenire perché le somme da erogare sono veramente alte considerando tutti i pensionamenti e le interruzioni dei rapporti di lavoro. Il Parlamento deve dare seguito alla sentenza dalla parte dei lavoratori ma è l’ente della previdenza, alla fine, a procedere con i versamenti rispettando i dodici mesi previsti per il settore pubblico (24 per chi va in pensione con le Quote). Tempi mai rispettati.
L’anticipo del TFS per i dipendenti pubblici costa caro
I dipendenti statali che chiedono un anticipo della liquidazione entro i 45 mila euro alle banche sono costretti a pagare interessi molto alti. Tutta colpa del rendistato ossia dell’Indice utilizzato per calcolare il tasso da applicare sui prestiti che nel mese di gennaio si è attestato al 3,483% (4,2% per i prestiti più lunghi).
Al rendistato si aggiunge, poi, lo spread dello 0,5% applicato dagli istituti di credito. Significa che per ottenere un anticipo di 45 mila euro a lunga scadenza il richiedente dovrà pagare più di 2 mila euro di interessi. Una cifra, sottolineiamo, che deve essere sborsata dai dipendenti pubblici per ricevere soldi loro, accumulati per aver svolto una carriera lavorativa.
Se il prestito è di media durata gli interessi si abbassano al 3,6% con un totale da corrispondere di 1.600 euro per 45 mila euro (tra 350 e 400 euro per un prestito di 10 mila euro). Le banche, dunque, approfittano della necessità di anticipo del TFR per spillare soldi ai lavoratori/pensionati. Anche l’INPS permette di chiedere un prestito che anticipi il Trattamento di Fine Servizio. Scegliendo il servizio dell’ente della previdenza sociale si potrà contare su interessi più bassi – il tasso agevolato è dell’1% – senza limiti di importo. Entro sei mesi la cifra dovrebbe essere erogata ma al momento capita che i tempi siano più lunghi.