Pensione di vecchiaia, tutte le novità del 2024 da conoscere per massimizzare assegno e benefit

La Legge di Bilancio 2024, tra le altre questioni, ha affrontato il tema dei requisiti per la pensione di vecchiaia dei lavoratori.

Tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, devono ovviamente rispondere a precisi requisiti se nel 2024 voglio accedere alla quiescenza. In linea generale, anche per il 2024 il contribuente dovrà avere un’età di 67 anni e il versamento di 20 anni di contributi pieni.

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Novità interessanti per le pensioni di vecchiaia nel 2024 – Gazzettapmi.it

C’è da dire, però, che la stessa lege di Bilancio ci illustra alcune novità per quanto riguarda i lavoratore dipendente appartenente al sistema contributivo ovvero colui che ha versato o accreditato il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995.

Novità pensione di vecchiaia 2024, tutto quello che c’è da sapere

Per i lavoratori appartenenti al sistema contributivo (ovvero coloro che hanno versato il primo contributo successivamente al 31.12.1995), si prospettano interessanti novità.

Infatti dal 1 gennaio 2024 l’accesso a pensione è subordinato al raggiungimento di un importo-soglia pari all’Assegno Sociale Inps , che attualmente è individuato in 534,41 euro, importo che comunque è soggetto a eventuali variazioni. Ovviamente i requisiti fondamentali sono sempre i 67 anni di età e l’accumulo del montante contributivo a 20 anni.

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Alcune novità sulle pensioni di vecchiaia per il 2024 – Gazzettapmi.it

Al tempo stesso, però, la Legge di Bilancio 2024 ha previsto una riduzione del livello soglia per poter ottenere la pensione di vecchiaia nel sistema contributivo.

Approfondendo sui sistemi contributivi considerati validi, evinciamo quanto segue. In sostanza pe ottenere la pensione di vecchiaia, è riconosciuta qualsiasi forma di contribuzione, tra cui:

  • quella obbligatoria: collegata al normale svolgimento del rapporto di lavoro o all’esercizio di attività lavorative autonome;
  • quella figurativa: accreditata gratuitamente in relazione a periodi di malattia, infortunio, maternità (sia durante che al di fuori del rapporto di lavoro), servizio di leva militare, disoccupazione;
  • quella da riscatto (come la laurea) o derivante da periodi di ricongiunzione;
  • quella da totalizzazione gratuita di periodi di lavoro all’estero nei Paesi convenzionati con l’Italia.

Sempre nella recente Legge di Bilancio si specifica altresì che rimane in vigore l’accesso alla pensione di vecchiaia con meno di 20 anni di contributi, esattamente con 15 anni, se il lavoratore rientra negli speciali casi previsti dalla cosiddetta “Legge Amato”.

La legge Amato è una legge del 1992 che però non è mai stata abrogata, quindi chi rientra in determinati requisiti può ancora accedervi. In pratica si può accedere alla pensione di vecchiaia anche con 15 anni di contributi anziché 20.

Infatti la terza deroga Amato prevede che un lavoratore può accedere alla pensione se:

  • il primo contributo è stato versato almeno 25 anni prima della domanda di pensione;
  • se per almeno 10 anni non siano state versate le 52 settimane di contributi necessarie alla copertura dell’intero anno;
  • se versato almeno 15 anni di contributi totali.
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