Per i lavoratori impatriati è prevista la detassazione al 50% con un nuovo limite di reddito nel 2024. Scopriamo le novità della Manovra.
Si parla di impatriati quando si ha a che fare con lavoratori che trasferiscono la residenza e l’attività lavoratori in Italia dopo essere stati all’estero per minimo due anni.
Il regime di tassazione per gli impatriati conosciuto fino ad oggi è agevolato e applicabile al verificarsi di due presupposti. Il lavoratore non dovrà risultare residente in Italia negli ultimi due periodi d’imposta precedenti al trasferimento e dovrà accettare di impegnarsi a risiedervi per minimo due anni. In più l’attività lavorativa dovrà essere svolta prevalentemente in Italia. Secondo la normativa di riferimento, per i contribuenti che si trovano nelle suddette condizioni il reddito di lavoro dipendente o autonomo prodotto in Italia concorrerà alla formazione del reddito complessivo nella misura del 30% dell’ammontare (10% se la residenza è in specifiche regioni).
Ogni informazione aggiuntiva si potrà conoscere accedendo alla guida dell’Agenzia delle Entrate ma oggi ci soffermeremo sulle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024. In particolare è prevista una stretta sui requisiti di accesso e sui vincoli da rispettare.
L’articolo 5 del Decreto 209/2023 abbassa al 50% l’esenzione su un reddito con limite massimo annuo di 600 mila euro. I benefici per gli impatriati, dunque, vengono ridotti e sono cambiati anche i requisiti di accesso. I lavoratori dovranno impegnarsi a risiedere in Italia fiscalmente per minimo quattro anni, non due. In più non dovranno essere stati fiscalmente residente nel territorio italiano nei tre periodi di imposta precedenti al trasferimento.
L’attività lavorativa, poi, successiva all’ingresso o rientro in Italia dovrà essere svolta nella penisola e per poter beneficiare del regime impatriati occorrerà possedere i requisiti di elevata qualificazione o specializzazione. L’agevolazione fiscale si applica a partire dal periodo di imposta del trasferimento della residenza fiscale in Italia e nei quattro seguenti per un ammontare complessivo di cinque periodi. Chi non manterrà la residenza per almeno quattro anni decadrà dall’agevolazione. Tra le novità la detassazione al 60% in caso di figli minori a carico.
Una proroga di tre periodi di imposta, invece, è concessa a chi trasferisce la residenza anagrafica nel corso del 2024 se diventato proprietario entro il 31 dicembre 2023 (o nei dodici mesi precedenti al trasferimento) di un immobile residenziale adibito ad abitazione principale. Questo nuovo regime trova applicazione dal 1° gennaio 2024. Il vecchio regime continuerà ad essere utilizzabile solo per chi ha trasferito la residenza anagrafica entro il 31 dicembre 2023 e per gli sportivi con contratto stipulato entro la fine dello scorso anno.
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