È possibile ottenere uno sconto sulle sanzioni relative alle imposte locali, come la TARI e l’IMU. Qual è il termine per il ravvedimento operoso? Scopriamolo.
Il ravvedimento operoso relativo al mancato versamento dei tributi locali può essere applicato anche 90 giorni dopo la scadenza sancita per la dichiarazione.
Per tali imposte, infatti, non vengono equiparate le dichiarazioni tardive a quelle omesse. Di conseguenza, tutte le tipologie di violazioni relative alla determinazione e al pagamento dei tributi possono essere corrette.
L’omissione di dichiarazione, inoltre, non deve per forza essere corretta entro 90 giorni dalla scadenza.
Questa interpretazione è accolta anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha evidenziato come, se il ravvedimento operoso interviene entro 90 giorni, la sanzione viene ridotta a un decino del minimo. Se, invece, si provvede alla regolarizzazione dopo 90 giorni, ma prima della ricezione dell’atto di accertamento, si applicano le riduzioni stabilite dalla normativa.
Per le imposte comunali, le dichiarazioni non contengono sempre le informazioni necessarie ai fini degli accertamenti tributari, perché i dati essenziali sono già presenti all’interno delle banche dati delle amministrazioni locali, ad esempio quella catastale.
In relazione alle agevolazioni, la Cassazione ha sancito che, se manca una dichiarazione tempestiva, il contribuente non può usufruire del beneficio. In pratica, per i vantaggi (come le esenzioni), l’omissione della dichiarazione viene valutata irregolare e incorreggibile.
Per questo motivo, non è opportuno esigere che le omissioni dichiarative relative alle imposte locali debbano essere regolarizzate entro 90 giorni.
Leggi anche: “Agevolazioni IMU: c’è un incredibile sconto di cui nessuno parla“.
Ravvedimento operoso per mancato pagamento di IMU e TARI: quali sono i vantaggi?
Grazie al ravvedimento operoso è possibile ottenere uno sconto sulle sanzioni ordinarie stabilite in caso di mancato pagamento dell’IMU e della TARI, che, di norma, sono pari almeno al 30%.
La riduzione varia a seconda del ritardo e, dunque, è maggiore se si adempie non eccessivamente dopo la data di scadenza. Ovviamente è fondamentale che il pagamento avvenga spontaneamente e, dunque, senza aver ricevuto una contestazione da parte del Comune.
Leggi anche: “Quando va fatta la dichiarazione IMU? Non sbagliare le sanzioni molto alte“.
La riduzione massima è riservata a coloro che adempiono entro 15 giorni; nel dettaglio, consente di pagare una sanzione ammontante all’1,5% della tassa dovuta. Nell’ipotesi di pagamento dopo un anno dalla scadenza, invece, si paga un settimo della sanzione, cioè il 4,29% della somma. Chi, infine, adempie entro due anni deve versare un sesto della sanzione, pari al 5%.
In ogni caso, è necessario pagare contemporaneamente la sanzione ridotta per mezzo del ravvedimento operoso e il tributo base dovuto e non versato.