Prima di arrivare all’esecuzione forzata per debiti ci sono altri passaggi, che bisogna assolutamente conoscere.
Il soggetto che ha maturato debiti nei confronti di un ente o di un creditore può andare incontro all’esecuzione forzata. Tuttavia, prima di arrivare alle maniere forti, ci sono una serie di passaggi che permettono al debitore di regolarizzare la propria posizione.
Il primo documento che si riceve quando non avviene il pagamento di tasse o imposte nei confronti di un’Amministrazione finanziaria è la cartella di pagamento. Si tratta di un avviso con il quale l’Agenzia delle Entrate riscossione comunica al debitore di essersi attivata, per recuperare gli importi dovuti.
All’interno della cartella sono contenute tutte le informazioni che hanno a che fare con l’importo o la tassa non versata, l’ammontare delle sanzioni e degli interessi maturati. Nella cartella esattoriale sono indicati anche i tempi da rispettare per effettuare il versamento, ovvero 60 giorni dal momento della notifica.
Quando si riceve una cartella esattoriale è normale allarmarsi, ma in realtà non dovrebbe essere così. La prima cosa da fare, in questi casi, è verificare che il debito sia fondato e che la richiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione sia regolare. A questo punto, se il debitore decide di pagare il debito: il caso è chiuso!
Se, invece, non avviene il versamento del debito allora si rischia di andare incontro all’espropriazione forzata. Tuttavia, prima di quest’ultima misura c’è un altro passaggio che l’intimazione di pagamento.
Quando un contribuente riceve una cartella di pagamento ha diverse opzioni a disposizione:
La rottamazione, infatti, è una misura che viene concessa dello Stato per agevolare i debitori e recuperare una parte dell’importo dovuto. Per poter beneficiare di quest’opportunità dunque è necessario aspettare che la misura diventi operativa e rispettare determinati requisiti.
Se non è disponibile la rottamazione, il contribuente può decidere di pagare il debito in un’unica soluzione o accedendo alla rateizzazione. Se, invece, il debitore, nonostante la cartella esattoriale, non compie alcuna operazione, compreso il pagamento del debito, l’Agenzia provvederà a recupere le somme dovute con un’espropriazione forzata.
Ma non è un procedimento immediato, prima c’è un ulteriore avviso di pagamento. Se, dopo 5 giorni, il debitore, prosegue con il mancato pagamento, l‘AdE-Riscossione procede con l’atto forzato, con il recupero delle somme che spettano all’ente creditore.
Il nostro ordinamento prevede due indennità che permettono di ottenere una rendita certa anche a…
La legge consente ad alcune categorie di persone di non pagare il bollo auto. Scopriamo…
Il long rent continua a crescere in Italia, soprattutto per quello che riguarda quella percentuale…
Bastano venti anni per il pensionamento anticipato di tre anni rispetto la pensione di vecchiaia.…
I genitori hanno tante spese da affrontare per i figli. Possono ammortizzarle grazie a Bonus…
Assegno pensione più alto del solito, si tratta di un errore dell'INPS o di un…