I contributivi puri sono coloro che possono andare in pensione anticipata rispettando alcuni requisiti. Scopriamo se lo scivolo è conveniente.
I lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 possono lasciare il mondo del lavoro accedendo alla pensione anticipata contributiva. Invece che attendere i 67 anni potranno concludere il rapporto di lavoro a 64 anni.
La pensione contributiva è uno degli scivoli di pensionamento modificati dalla Legge di Bilancio 2024. Restringe la platea dei beneficiari introducendo dei nuovi paletti. Le misure che la Manovra ha cambiato sono diverse. Il caso più eclatante è quello di Quota 103 i cui requisiti sono decisamente più sfavorevoli per i lavoratori rispetto lo scorso anno.
Sono rimasti invariati i traguardi dei 62 anni di età e dei 41 anni di contributi ma si è aggiunto il sistema di calcolo contributivo per tutti più un allungamento delle finestre mobili fino a sette mesi per i lavoratori privati e nove mesi per i dipendenti pubblici. In più è stata abbassata la soglia massima dell’assegno a 4 volte il minimo. Pochi cittadini sceglieranno questo scivolo pensionistico. Meglio attendere i 64 anni?
I contributivi puri possono andare in pensione a 64 anni di età e con venti anni di contribuzione alle spalle maturata totalmente dopo il 31 dicembre 1995. Tutto questo non è sufficiente, però, per il pensionamento. La Legge di Bilancio 2024 ha aumentato la soglia minima dell’assegno per lasciare il mondo del lavoro.
Significa che i lavoratori dovranno aver accumulato un certo importo per poter approfittare della misura. Tale soglia è 3 volte l’assegno sociale che nel 2024 è pari a 534,41 euro. Facendo due conti il pensionamento sarà possibile solo se la pensione risulterà pari o superiore a 1.603,23 euro (402.044,56 euro di montante contributivo e un coefficiente di trasformazione del 5,184%). La soglia si abbassa solo per le lavoratrici con due o più figli scendendo a 2,6 volte il trattamento minimo e per le donne con un figlio fino a 2,8 volte. Gli importi minimi saranno, dunque, rispettivamente di 1.389,47 euro (348,439,62 euro di montante contributivo) e 1.496,35 euro (375.242,09 euro di montante contributivo).
Le condizioni per accedere alla pensione contributiva non finiscono qui. Come c’è una soglia minima c’è anche una soglia massima dell’assegno da rispettare fino al compimento dei 67 anni di età. L’importo non può superare 5 volte il trattamento minimo ossia 2.672,05 euro. E per finire è prevista anche una finestra di decorrenza – il periodo che passa tra la maturazione dei requisiti e l’erogazione del primo rateo pensionistico – di tre mesi.
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