Chi possiede una stufa a pellet o a legna deve accertarsi che sia a norma, per evitare pericoli e sanzioni. Esistono due metodi per verificarlo.
Con il rincaro dei prezzi dell’energia e del gas, molte famiglie hanno deciso di affidarsi alle stufe a pellet o a quelle a legna, per affrontare l’inverno senza rischiare di rinunciare al riscaldamento.
Ma questi impianti devono essere a norma e devono rispettare determinate caratteristiche.
Per scoprire se possono essere messi in funzione, senza rischiare danni a cose o persone o l’irrigazione di pesanti sanzioni, bisogna, innanzitutto, controllare quante stelle ha la stufa, cioè a quale classe ambientale appartiene.
Le classi sono specificate nel Decreto Ministeriale n. 186 del 2017 e vanno da 1 a 5 (un po’ come avviene per le classi energetiche).
Per mezzo di tale meccanismo, viene accertata la classe ambientale; maggiori sono le stelle, maggiore è l’efficienza dell’intero impianto.
Se non si ha la possibilità di verificare le stelle della propria stufa a pellet o a legna, si ricorrere al cd. Certificato Ambientale che, per legge, va rilasciato dal produttore.
Per gli impianti più vecchi, invece, ossia quelli con più di 15 anni di età, potrebbero sorgere dei problemi, a causa dell’assenza del Certificato Ambientale. Di conseguenza, la stufa è da considerare non a norma e non potrà essere utilizzata. Bisogna, infatti, dimostrare il possesso di almeno 3 stelle, per evitare di causare pericoli o di subire delle sanzioni.
Ci sono, tuttavia, delle specifiche deroghe a tale principio, al cui ricorrere è consentito usare la stufa a pellet o a gas, anche se sprovvista delle stelle e del Certificato Ambientale.
In particolare, fino al 15 ottobre 2024, è possibile continuare a utilizzare:
Potranno rimanere accesi, al ricorrere di specifiche condizioni, anche:
Se non ricorrono tali requisiti, la stufa non potrà essere considerata a norma è, di conseguenza, sarà inutilizzabile.
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