L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico raccomanda una tassazione più elevata per i pensionati con assegni ricchi.
Togliere ai ricchi per dare ai poveri, una proposta stile Robin Hood crea diverso malcontento tra i pensionati. L’OCSE avrebbe pensato ad una soluzione per ridurre il debito pubblico che coinvolgerebbe i cittadini che percepiscono assegni con importi alti.
L’Italia ha diversi problemi da affrontare su più fronti. Ci sono gli stipendi da aumentare, il ricambio generazionale sul lavoro, l’inverno demografico da superare e il debito pubblico da ridurre. Un elenco minimo in confronto alle azioni che si dovrebbero intraprendere ma significativo. Tra le esigenze maggiori quella di una Riforma delle Pensione che avrebbe dovuto creare condizioni più favorevoli per i lavoratori ma che probabilmente inserirà solamente nuovi paletti e ridurrà gli importi degli assegni pensionistici.
Tra le idee anche il limite anagrafico per l’accesso alla pensione ai superstiti e una graduale riduzione della flessibilità in uscita. Le pensioni anticipate costano troppo al sistema previdenziale e al fine della sostenibilità qualcosa dovrà cambiare. E c’è pur sempre un grande debito pubblico da ridurre. Il quadro delineato dall’OCSE è pessimo.
Il debito pubblico italiano è il terzo più elevato tra i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Obiettivo principale è ridurre tale debito, in che modo? Con politiche fiscale volte alla crescita, con una spinta all’occupazione, uno spostamento delle tasse dal lavoro al consumi e al patrimonio. La stima di questa crescita è dello 0.7% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025.
L’inflazione sta rallentando e gli investimenti pubblici sono in ripresa ma aleggia ancora l’enorme questione del debito pubblico fisso al 140% del PIL. A peggiorare la situazione due fattori, l’invecchiamento della popolazione e il finanziamento del debito. Le criticità si potrebbero risolvere, secondo l’OCSE, con una Riforma delle Pensioni che preveda un contributo di solidarietà sulle pensioni alte, sui trattamenti non legati ai contributi versati. Si presenterebbe come un prelievo fiscale progressivo il cui importo sarebbe determinato dalla differenza tra pensione erogata e pensione contributiva.
Un’altra soluzione proposta è la limitazione della spesa per le pensioni di reversibilità. Basterebbe aggiungere un limite di età per ottenere il trattamento, preferibilmente il più vicino possibile all’età pensionabile. Si eviterebbe di pagare il trattamento a persone giovani. La OCSE non si ferma qui. Suggerisce anche altre misure per la sostenibilità dei conti come il miglioramento dell’efficienza amministrativa, la spinta alla produttività, la riduzione delle emissioni per abbracciare la transizione energetica.
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