Avere un conto in banca oggi è praticamente d’obbligo ma gli istituti di credito se ne stanno approfittando; il Codacons è sul piede di guerra.
i conti correnti bancari costano sempre di più, e la notizia arriva dopo che le banche hanno guadagnato miliardi con gli extra profitti. Codacons sta denunciando l’ingordigia delle banche, ma a pagare, nel frattempo, sono i cittadini.
Negli ultimi mesi tutto è rincarato: benzina, alimenti, telefonia, energia, assicurazioni auto, e chi più ne ha più ne metta. Le scuse addotte dalle aziende sono inerenti all’adeguamento all’inflazione. Ebbene, le banche sono riuscite a fare di meglio: gli aumenti sono andati anche ben oltre la soglia inflazionistica.
A seguito dell’aumento di alcune tariffe, una famiglia media si ritroverà a pagare di più persino il conto corrente, e in media di quasi 10 euro. Il fenomeno riguarda tutte le banche, che in pratica fanno “cartello”, esattamente come tutte le altre realtà che appartengono a un mercato definito libero.
Se la cifra sembra irrisoria, consideriamo il fatto che un istituto di credito ha milioni di correntisti, e capiamo bene quanto incassi anche senza offrire chissà quali servizi. Perché oggi, diciamocelo, molti eseguono la maggior parte delle operazioni tramite App o sportello bancomat esterno alla banca, e interagiscono ben poco con il personale allo sportello.
Ma anche se così fosse, il prezzo da pagare rimane sempre alto. Secondo gli ultimi calcoli di Codacons, il costo annuo per un conto corrente è in media di 104 euro. Sono 7 anni consecutivi che le banche aumentano le tariffe per offrire i loro servizi. Dal 2016 ad oggi gli aumenti sono complessivamente ammontati a circa 27,5 euro.
Ad aumentare di più proprio il canone annuo del conto, che è balzato a un +63,4%, costando al correntista circa 72 euro all’anno. Si tratta del 70% del prezzo da pagare per avere un conto. Il restante costo è dato dalle spese variabili, ovvero dei vari costi delle operazioni bancarie, e oggi si assestano intorno a 31 euro all’anno, con una crescita del 36,6%.
Se da una parte possiamo comprendere che il costo di un conto serva a coprire le spese di chi ci lavora, lo stesso discorso dovrebbe non valere per i conti virtuali. Invece, sono aumentate anche le spese per i conti digitali, dove non dobbiamo pagare, in teoria, nessun addetto allo sportello o la manutenzione dell’edificio della banca.
Oggi un conto virtuale costa comunque qualcosa come 33 euro all’anno, e forse questa cifra serve per pagare il consumo dei server, viene da supporre.
Non si salvano nemmeno i conti postali (e viene da chiederci cosa succederà quando parte di Poste verrà privatizzata); oggi un conto costa in media 59 euro e spiccioli, con una crescita delle spese fisse di 4 euro circa.
Codacons e Assoutenti denunciano il fenomeno sopra citato, classificando come “assolutamente ingiustificabili” gli aumenti, che lo ricordiamo sono cresciuti in 5 anni del +31%, a fronte di un’inflazione, nello stesso periodo, del +11,6%.
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