Che il sistema previdenziale sia in crisi lo si è intuito da tempo, ma tra le tante notizie sfugge una interessante opportunità.
Ad oggi, secondo l’ultimo report stilato dal Centro Studi Itinerari Previdenziali, il sistema pensionistico per come lo conosciamo reggerà per altri 10 anni, forse 15, ma è destinato a crollare.
I giovani che oggi hanno 20 o 30 anni forse non vedranno mai il tanto agognato assegno mensile di vecchiaia, e forse è bene che adottino fin da subito un sistema alternativo privato.
Nel mentre, chi si avvicina alla pensione in questi anni, può scegliere tra diverse formule, anche se l’importo mensile scende ogni anno che passa. Ecco una novità che però non tutti conoscono e che non è affatto da sottovalutare.
“Bonus” pensione se ci arrivi con questi requisiti, ecco di quanto può aumentarti l’assegno mensile
Alcune persone lo chiamano “bonus”, altri si riferiscono al disincentivo a lasciare il lavoro ideato da Maroni, ma in realtà l’unico vantaggio a cui tutti possono aspirare al momento è dato da una proposta fatta da Andrea Brambilla, il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali. Realtà che come sappiamo tutti gli anni redige un report sui bilanci del sistema pensionistico e che quest’anno ha lanciato un allarme: presto le pensioni non saranno più disponibili per tutti.
Di fronte a questo scenario, che sembra lontano ma è molto più prossimo di quanto si pensi, è opportuno vagliare tutte le opzioni a disposizione. Chi nel 2024 ha maturato i requisiti per andare in pensione sa che in linea generale l’assegno non sarà altissimo, ancora minore se adotta le attuali possibilità assistenziali che permettono di andare in pensione anche fino a 5 anni prima.
Brambilla invece sostiene che molti lavoratori potrebbero sfruttare proprio in questi anni il “bonus” che disincentiva a lasciare il lavoro. Non è un vero bonus per come lo immaginiamo, ovvero un’erogazione in denaro, ma facendo due calcoli (seppur approssimativi perché ogni situazione contributiva è diversa) si comprende che andare in pensione a 71 anni conviene.
Considerando gli attuali parametri, lasciare il lavoro a 71 anni significa, semplicemente, accumulare altri 4 anni di contributi. Ipotizzando una situazione standard, possiamo affermare che un soggetto a 62 anni può arrivare a percepire una pensione media di 1100 euro al mese; alle medesime condizioni contributive, arrivando a 67 anni può riscuotere un assegno di 1286 euro circa al mese. Ma se arriva a 71 anni, l’assegno sale fino quasi 1500 euro al mese. Una consistente differenza che può permettere una vecchiaia più serena in termini economici.