La rivoluzione nelle bollette passa dall’ingresso nel mercato libero ma c’è chi rischia di non sapere di esserci entrato. 2 casi specifici.
Nelle ultime settimane e mesi si è parlato spesso del passaggio dal mercato tutelato a quello libero, una piccola grande rivoluzione che intende migliorare la qualità dell’offerta complessiva in materia di energia per il consumo domestico. Ma le difficoltà e le incomprensioni non sono finora mancate, trattandosi comunque di un ambito tecnico e rispetto al quale sono pochi i cittadini italiani ad avere adeguate competenze.
La stragrande maggioranza di persone, infatti, si limita a pagare quanto indicato nella bolletta periodica, senza controllare le singole voci e il perché di questa o quella novità. Ma è pur vero che da mercoledì 10 gennaio è ufficialmente terminato il mercato tutelato per ben 5 milioni e mezzo di utenti “non vulnerabili”. Ci riferiamo con questa espressione a tutti coloro che non sono anziani, in difficoltà economiche, ammalati di alcuni patologie o residenti in zone disagiate. Si tratta dunque di soggetti, in vario modo, svantaggiati.
Il problema però è che non mancano affatto i clienti che pensano di essere ancora “vulnerabili” – perciò ancora sotto regime di tutela e non obbligati a scegliere un fornitore sul mercato libero – destinati poi a rendersi amaramente conto di non avere questa qualifica. Approfondiamo i temi per scoprire due categorie di persone che, in questo periodo, rischiano una brutta sorpresa.
Al mercato libero dal mercato tutelato: rischio concreto di doccia fredda per questi utenti
Una parte di persone, ovvero coloro che hanno un Isee tra 9.530 e 15.000 euro, nel 2024 non avranno più diritto al regime di tutela per il gas. Dovranno dunque scegliere sul mercato l’offerta, onde evitare aggravi di spesa.
Tra i cittadini che sono parte di categorie svantaggiate, troviamo coloro che patiscono condizioni economicamente negative, ovvero i beneficiari dei bonus luce e gas per il disagio economico.
Ma attenzione perché se lo scorso anno il limite massimo di Isee per avere diritto al bonus era salito a 15mila euro, nel corso di quest’anno l’allargamento del requisito non ha ricevuto proroga. Come risultato, ecco la perdita della condizione di vulnerabilità per tutti coloro che hanno un reddito che va oltre i 9.530 euro. Proprio queste persone dovrebbero allora fare molta attenzione all’Isee, in quanto potrebbero essere convinte di risultare ancora coperte dal mercato tutelato, quando non è più così. Infatti anche se hanno ricevuto il bonus nel 2023, oggi la loro condizione è cambiata e dovranno anch’essi ritenersi compresi nel mercato libero.
Non solo. A non ricevere proroga vi è anche la soglia Isee a 30mila euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico, che scende dunque a 20mila. Ecco perché anche chi sforerà questo limite reddituale non potrà contare sulla prosecuzione del mercato tutelato.
Per dare una mano ai disorientati utenti, che si trovano a gestire questo delicato passaggio, ricordiamo che in questa pagina è disponibile una guida ad hoc, redatta dall’Unione nazionale consumatori (Unc).