Il diabete è una delle patologie attualmente in crescita e che porta a conseguenze molto gravi. Uno studio ci dice come combatterlo.
Tutti vorremmo vivere a lungo e soprattutto in salute, e abbiamo diversi modi per raggiungere questo obiettivo. In primis sicuramente la scelta di una dieta equilibrata e della rinuncia a fumo, alcol ed eccessi in genere.
Poi ci sono il movimento e le abitudini di sano esercizio fisico, indispensabili per rimanere in salute per tutta la vita. Secondo le principali realtà del comparto, come OMS e CDC, bisognerebbe fare almeno 150 minuti di ginnastica a settimana, ma questa è solo un’indicazione generica, ovviamente non adatta a tutti.
Un recente studio, pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology ondotto, ci dà altre preziose indicazioni. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.
Secondo gli esperti, avere una diagnosi di diabete di tipo 2 all’età di 30 anni può ridurre l’aspettativa di vita fino a 14 anni. Se la malattia viene diagnosticata all’età di 40 anni la riduzione della durata della vita è stimata in 10 anni, e per chi è diabetico all’età di 50 anni la riduzione della durata della vita è di 6 anni rispetto alle persone che non hanno sviluppato il diabete.
Se ne evince che una delle priorità mediche sia quella di prevenire maggiormente il diabete o quantomeno di ritardare la sua comparsa il più possibile. Oltre a intervenire su abitudini alimentari, fumo e alcol si può fare molto a livello di esercizio fisico.
Un recente studio, che si aggiunge comunque a numerosi altri, ha sottolineato l’importanza della camminata, quindi di un tipo di movimento che possono fare tutti.
A questo studio potremmo affiancare quello pubblicato sul British Journal of Sports Medicine che oltre a considerare il numero dei passi va a guardare anche il modo di camminare. Sembra che anche la velocità della camminata stessa possa influire sul rischio di malattie croniche, in particolare sul rischio di diabete di tipo 2.
I ricercatori hanno seguito dei test e i risultati più sorprendenti si sono verificati quando i soggetti camminavano a un ritmo superiore a 3,7 miglia orarie (5,95 km/h). Questa velocità di camminata ha comportato una riduzione eclatante del rischio di diabete, pari al 39%.
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