Pellet e cippato: quali sono le principali differenze? Incredibile quanto si risparmia

Il pellet è il biocombustibile più apprezzato dagli italiani ma per un ulteriore risparmio è possibile valutare le sue alternative come il cippato. 

Il risparmio sui consumi di luce e gas è un chiaro obiettivo delle famiglie italiane. Ecco perché tanti cittadini hanno acquistato una stufa a pellet per riscaldare l’ambiente evitando l’accensione dei termosifoni.

Le differenze tra pellet e cippato
Pellet e cippato, quale conviene? (Gazzettapmi.it)

Due anni fa c’è stata la corsa all’acquisto di una stufa a pellet per evitare le conseguenze dell’aumento del prezzo del gas. Tante case degli italiani si sono arricchite di questa stufa per approfittare dei tanti vantaggi che offre. Ma l’aumento della domanda ha provocato un’impennata del prezzo del pellet. I sacchi da 15 chili sono arrivati a costare da 3/4 euro fino a 16 euro nel corso del 2022. Un’impennata che ha fatto dubitare della convenienza dell’acquisto di una stufa a pellet.

Fortunatamente verso la fine del 2023 i prezzi sono iniziati a scendere fino ai 6 euro circa a sacco. L’aiuto fondamentale è stato dato dal taglio dell’IVA al 10% deciso dal Governo Meloni. Fino a febbraio il costo rimarrà più basso ma le famiglie temono poi un’ulteriore impennata. Come fare a risparmiare? Scegliendo un’alternativa al pellet come il cippato, un altro biocombustibile ma più economico.

Il cippato è un’ottima alternativa al pellet, scopriamo perché

A posto del pellet è possibile utilizzare nella stufa il cippato di legno o altre biomasse come i noccioli tritati della frutta, il mais, il nocciolino di sansa, i gusci della frutta secca tritati. Tra le tante alternative quella consigliabile è il cippato ossia uno scarto del legno non trattato che deriva da rami, alberi, potature. Si tratta di pezzetti molto piccoli, circa 2 o 3 centimetri, prodotti con il cippatore.

Le differenze tra pellet e cippato
Le caratteristiche del cippato. Conviene rispetto al pellet? (Gazzettapmi.it)

Pellet e cippato sono differenti per la forma e la dimensione e per la maggiore umidità del cippato che lo rende meno efficiente come combustibile. Il poter calorifero varia dai 2 ai 3,5 kWh/kg. Tra i vantaggi del cippato il prezzo più economico – tra 2 e 6 euro al quintale – e la minore manutenzione. I sacchi, però, sono molto ingombranti e serve un magazzino o un garage per conservarli.

I due biocombustibili si differenziano anche per l’IVA applicata. L’aliquota al 10% viene applicata per la legna da ardere che si presenta in ceppi, tondelli, fascine, ramaglie, segatura ed escluse i pellet. Qui l’IVA che verrà applicata dopo la scadenza dell’agevolazione attualmente attiva fino a febbraio sarà del 22%. Significa che i prezzi dei sacchi diventeranno nuovamente più alti. Al cippato, invece, si continuerà ad applicare l’IVA al 10%.

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