La stretta sugli affitti brevi è concepita soprattutto per contrastare i ricavi in nero, ma rischia di danneggiare i proprietari di immobili.
Non tutti coloro che affittano appartamenti o porzioni di abitazione lo fanno a livello imprenditoriale, ma solo per integrare le entrate. Di conseguenza può risultare difficile star dietro a tutte le disposizioni, soprattutto adesso che stanno diventando molto più stringenti e numerose rispetto al passato.
Dopo la stangata promossa tramite la Manovra di Bilancio 2024, che alza la cedolare secca al 26% per chi affitta immobili per periodi non superiori ai 30 giorni arriva anche l’obbligo del CIN.
La novità è contenuta nella conversione in legge del DL Anticipi, e prevede oltre all’obbligo anche pesanti sanzioni per chi non adempie.
Da oggi in poi tutti i soggetti che affittano appartamenti per brevi periodi dovranno richiedere il CIN, Codice Identificativo Nazionale, un codice obbligatorio che se non richiesto porta a sanzioni anche fino a 8 mila euro.
Fondamentale è sapere che questa nuova regola entra in vigore per tutti, anche per chi affitta appartamenti in forma non imprenditoriale. Lo scopo della normativa è di contrastare gli affitti in nero.
L’obbligo del CIN viene applicato a determinate unità immobiliari, ovvero:
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