La Legge di Bilancio 2024 ha prorogato Opzione Donna ma con cambiamenti che restringono la platea delle beneficiarie.
Quattro categorie di lavoratrici possono andare in pensione con Opzione Donna anche nel 2024. I requisiti diventano più stringenti e la convenienza rimane sempre la stessa. Vale la pena lasciare il mondo del lavoro o sarebbe meglio resistere qualche altro anno?
Tra le misure di pensionamento anticipato in scadenza nel 2023 ma prorogate con la Manovra 2024 c’è Opzione Donna accanto all’APE Sociale e a Quota 103. Se si guarda a quest’ultimo scivolo le modifiche ad Opzione Donna non spaventano molto. Tra tutti gli scivoli del sistema previdenziale, infatti, Quota 103 è quello che ha subito più ritocchi diventando meno appetibile per i lavoratori forse al pari della pensione contributiva a 64 anni.
I paletti inseriti dalla Legge di Bilancio spingono gli italiani a rimanere a lavoro ancora per un po’. Basti pensare al sistema di calcolo contributivo introdotto in Quota 103 oppure al limite minimo di 3 volte il minimo per il pensionamento dei contributivi puri. Anche Opzione Donna risulta penalizzata nel 2024 rispetto all’anno precedente. A cambiare il requisito anagrafico.
Opzione Donna, le novità 2024 tardano il pensionamento
Nel 2024 le lavoratrici potranno andare in pensione con Opzione Donna a 61 anni se non hanno figli, 60 anni con un figlio e a 59 anni con due o più figli. L’uscita a 59 anni è concessa anche alle lavoratrici impiegati in aziende in crisi indipendentemente dal numero dei figli. Si allunga di un anno, dunque, il momento del pensionamento per le invalide al 74% e le caregiver da almeno sei mesi.
Un anno può sembrare un periodo di tempo breve ma in realtà può rappresentare un problema per chi intende lasciare il prima possibile il mondo del lavoro soprattutto se si vive una situazione di fragilità. Per quanto riguarda il requisito contributivo, invece, nulla cambia nel 2024. Rimane di 35 anni. Nessuna modifica anche alla condizione più disprezzata di Opzione Donna. L’obbligo del sistema di calcolo contributivo pur appartenendo al sistema misto (con contributi versati prima del 1° gennaio 1996). Significa dover accettare un taglio dell’assegno per andare in pensione anticipatamente.
Opzione Donna, poi, prevede una finestra mobile molto lunga ossia un periodo di attesa tra il momento in cui si maturano i requisiti e l’erogazione del primo rateo pensionistico. Parliamo di una decorrenza di dodici mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Ricordiamo, infine, che vale la cristallizzazione del diritto per Opzione Donna. Significa che chi ha maturato i vecchi requisiti entro il 31 dicembre 2023 potrà lasciare il lavoro a 60, 59 o 58 anni in base ai figli senza adattarsi alle novità 2024.