Il 5 gennaio avranno inizio i saldi invernali ma i commercianti temono che gli acquisti dei consumatori saranno limitati così come i loro guadagni.
Il cambiamento climatico sta creando problemi anche ai negozianti che vendono abbigliamento. Le alte temperature rispetto alla media non hanno invogliato i consumatori all’acquisto. Cosa accadrà tra pochi giorni?
Tutta voglia del caldo eccessivo e del cambiamento climatico oppure della voglia/necessità di risparmio dei cittadini? Fino ad oggi gli acquisti della collezione autunno-inverno 2023/2024 non hanno soddisfatto i commercianti. Forse i consumatori sono proprio in attesa dei saldi per poter risparmiare cifre considerevoli mentre si rinnova il guardaroba o forse le temperature sopra la media non invogliano a comprare capi pesanti.
Tra pochi giorni scopriremo la verità. Il 5 gennaio partiranno gli sconti in tutta Italia (in Valle d’Aosta sono già iniziati) e la Confcommercio prevede una spesa media di 137 euro a persona per 16 milioni di famiglie italiane. La stima è di un giro di affari di 4,8 miliardi di euro. Le previsioni, dunque, vedono finalmente spendere i consumatori che potranno contare sulla convenienza per acquistare prodotti di qualità.
Partono i saldi invernali, come li affronteranno le famiglie
Possiamo dividere i consumatori in due categorie. Quelli che sanno già cosa comprare, hanno già verificato tutti i prezzi per poter confrontare il costo scontato e sono pronti a spendere il budget prefissato con attenzione. Poi ci sono i consumatori che decideranno sul momento, circa il 56% del totale. Non sanno ancora cosa compreranno e se acquisteranno. Riservano la decisione all’istante in cui noteranno un’occasione veramente interessante da cogliere al volo.
I saldi del 5 gennaio saranno un’occasione per i consumatori, dunque, ma meno per gli esercenti che hanno venduto pochi capi a prezzo pieno (-46%). Ecco perché Confesercenti chiede il rinvio della data di inizio aspettando che la stagione fredda arrivi e invogli i cittadini all’acquisto. Ci si chiede, però, se un posticipo sarebbe realmente efficace o se i consumatori sono disposti ad attendere ancora per poter risparmiare.
Tornando all’indagine Confcommercio, il 38% dei consumatori intende spendere meno di 150 euro mentre il budget medio è di 267 euro. La ricerca delle occasioni verterà principalmente sulle calzature, sui maglioni e le felpe. Seguono l’intimo, i pantaloni e le gonne, le magliette, le canottiere e i top, camiciette e camicie. Chiudono i capispalla, le borse, l’abito, la biancheria per la casa, gli accessori e gli articoli di pelletteria.
Infine, l’83% dei consumatori opterà per gli acquisti nei negozi fisici e il 51% negli store online.