Un’ordinanza della Cassazione indica che sulla banca pende la responsabilità per danni patiti da chi si è affidato al promotore. I dettagli.
Un provvedimento della Corte di Cassazione di qualche settimana fa ha il pregio di fare il punto sui rapporti intercorrenti tra la banca, i suoi incaricati in veste di promotori finanziari e i clienti dell’istituto.
Ci riferiamo all‘ordinanza n. 31896 dello scorso 16 novembre, che si occupa specificamente di operazioni finanziarie e obblighi dell’intermediario finanziario. Vediamo allora più da vicino che cosa ha stabilito la Suprema Corte con questo provvedimento, e perché è così importante.
In sintesi, la Cassazione ha stabilito che le banche debbono intendersi responsabili nei confronti dei terzi, per i danni provocati dai propri incaricati – nella fattispecie i promotori finanziari. In particolare – spiega la Corte – gli istituti di credito devono considerarsi responsabili dei danni arrecati a terzi dai propri incaricati, nell’esecuzione dei compiti loro affidati. E ciò nel caso in cui il fatto illecito compiuto, sia collegato per occasionalità necessaria allo svolgimento delle mansioni di promotore.
Ma attenzione, perché la Cassazione indica anche quando la responsabilità dell’intermediario banca per i danni arrecati dai propri promotori finanziari, non sussiste. Essa infatti viene meno laddove il danneggiato tenga di fatto una condotta agevolatrice con connotati di anomalia, spiegano i giudici, ovvero un comportamento se non di collusione, quantomeno di comprensione della violazione delle regole gravanti sull’intermediario – senza però attivarsi per evitarne le conseguenze negative.
Ecco perché la Corte di Cassazione, nell’iter che ha portato alla citata ordinanza del 16 novembre, ha accolto il ricorso e cassato la sentenza fatta oggetto di impugnazione, con rinvio alla Corte d’appello competente territorialmente.
A ben vedere, la decisione della Cassazione sulle banche non sorprende. Infatti anche in Italia sussistono doveri fiduciari ad hoc e i promotori finanziari debbono sempre agire nell’interesse migliore del cliente, come pure osservare appieno i doveri fiduciari. Se non lo fanno, e dunque se i promotori agiscono in modo negligente o in violazione di questi obblighi, la banca ne è responsabile.
Inoltre questi istituti debbono svolgere attività di supervisione nei confronti dei loro promotori finanziari, onde reprimere alla fonte i possibili comportamenti illeciti. Pertanto se la banca non mette in pratica misure adeguate di supervisione o non dà una formazione sufficiente ai propri promotori finanziari, potrà certamente essere considerata responsabile per eventuali danni patiti da chi si è affidato al promotore.
Infine, va da sé che la decisione della Corte corrisponde pienamente allo scenario normativo odierno. Infatti, le banche devono sempre conformarsi alle leggi e alle normative finanziarie, in vigore in Italia. Pertanto, se un promotore agisce in violazione di queste regole e la banca non adotta, tempestivamente, misure correttive o non segnala le violazioni alle autorità, pagherà l’inerzia con l’attribuzione di responsabilità.
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