Le false partite Iva persistono in gran numero in Italia, ma come identificarle? Una sintetica panoramica per proteggere i propri diritti.
Le false partite Iva rappresentano una delle piaghe del mondo del lavoro in Italia. Ma non mancano le disposizioni normative che cercano di porre un freno ad alcune irregolarità che danneggiano grandemente i diritti dei lavoratori.
Nel corso di questo articolo coglieremo l’occasione di ricordare cosa sono e faremo alcuni cenni a recenti norme in materia.
False partite Iva: cosa sono?
Una falsa partita Iva implica una sorta di presunzione di subordinazione, in quanto sussiste qualora il lavoratore abbia un’attività autonoma ma operi per un solo committente, con un rapporto di collaborazione avente almeno una delle condizioni che seguono:
- collaborazione continuativa nel tempo e non limitata ad un singolo progetto o compito
- inclusione effettiva del lavoratore nella struttura aziendale del committente
- organizzazione e ripetizione, ovvero le mansioni sono definite ed organizzate dal committente, il quale fissa orari di lavoro e impone la presenza nel suo ufficio o nella sede della sua azienda
Nei casi delle false partite Iva il pericolo concreto è quello di venire sfruttato da un committente disonesto che, per questa via, consegue tutti i benefici di un dipendente, evitando di sostenere gli oneri economici legati all’assunzione con vincolo di subordinazione. Il lavoratore non vedrà versati i contributi previdenziali, né potrà conseguire il diritto alla Naspi o alle ferie per un numero minimo di giorni all’anno.
Che succede in ipotesi di accertamenti delle autorità?
Attenzione alle irregolarità individuate in ipotesi di accertamenti da parte delle autorità, onde verificare che il committente agisca in conformità alla legge: infatti, quest’ultimo sarà costretto all’assunzione del collaboratore a tempo indeterminato, che diverrà dunque dipendente.
Non solo. Egli dovrà pagare gli arretrati dall’inizio della collaborazione con falsa partita Iva, ovvero stipendio e contributi Inps, come pure le tasse da versare nel conto ed interesse del lavoratore. In più il committente-datore di lavoro sarà soggetto a sanzioni.
Le novità Iva nella legge di Bilancio 2024 riguardano anche le frodi nel commercio auto. E non dimentichiamo che la manovra dello scorso anno ha irrigidito le misure di contrasto alle false partite Iva, inserendo nell’art. 35 del Dpr n. 633/1972 il comma 15-bis 1 e il comma 15-bis 2. Ciò a testimonianza di un interesse costante del legislatore verso un tema che sicuramente non va tralasciato, al fine di proteggere al meglio i diritti dei lavoratori.
Concludendo, in caso di dubbi sulla propria effettiva condizione e, dunque, se si ha un solo committente e ci si vuole assicurare di non essere una falsa partita Iva, è preferibile rivolgersi ad un professionista esperto, in grado di valutare la propria situazione, come ad es. un commercialista.