Nuove disposizioni sul fenomeno dei lavoratori cd. impatriati, quei cervelli migrati all’estero per trovare migliori condizioni economiche.
L’attuale Esecutivo ha approvato in modo definitivo il decreto in tema di fiscalità internazionale, che affronta il problema delle agevolazioni per chi vorrebbe rientrare in Italia dopo un periodo di carriera all’estero. Nel testo spazio ai benefici per chi compra casa prima del ritorno in patria, come pure ai tagli alle tasse per più anni. Rispetto alle regole del passato, il Governo ha scelto il giro di vite, irrigidendo le condizioni di accesso alle agevolazioni per i cervelli in fuga, che vogliono tornare in patria.
Vediamo allora più da vicino le novità, che giungono dall’approvazione del d. lgs. in data 19 dicembre scorso.
Cosa cambia in concreto? Ebbene, il testo vara una serie di misure e regole, che mirano a facilitare il ritorno di imprenditori e lavoratori in Italia – anche se in misura minore rispetto al passato.
Ed infatti:
Di fatto la detassazione Irpef opera sul reddito imponibile delle persone aventi i requisiti, di cui tra poco diremo. Inoltre, lo sconto fiscale si applicherà anche ai lavoratori che faranno ritorno in Italia, senza cambiare datore di lavoro. In detta circostanza, però, il contribuente dovrà restare qui almeno 6 anni, o 7 se lavorava per la stessa azienda anche prima di spostarsi all’estero.
Inoltre, il taglio delle tasse per i lavoratori impatriati salirà ulteriormente al 60% per chi ha figli, e invece – per coloro che hanno acquistato un’abitazione in Italia con l’obiettivo di trasferirsi entro un anno dall’acquisto – il bonus si estenderà a 7 anni.
Attenzione però perché il testo del decreto, e la relativa agevolazione fiscale sotto forma di sconto Irpef al 50%, si applicherà solo ai lavoratori impatriati che:
Infine rimarchiamo che avranno accesso ai benefici fiscali i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) ma anche quelli non iscritti, a patto che abbiano avuto la residenza in un altro Stato in base ad una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi.
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