Assegno sociale e pensione per casalinghe sono 2 strumenti che permettono di pensionarsi pur senza contributi da lavoro.
I requisiti per andare in pensione sono sempre argomento di discussione, e lo son ancor più oggi in uno scenario in cui, oltre alla pensione di vecchiaia ordinaria, vi sono anche i canali di accesso agevolato come le varie Quote o l’Ape Sociale.
Ma che fare se nella vita non sono mai stati versati contributi? Ci sono misure di sostegno per chi, ad esempio, ha svolto il ruolo di casalinga o casalingo e non è mai stato assunto con regolare contratto di lavoro. Di seguito faremo chiarezza a riguardo.
In un’ottica assistenzialistica, piuttosto che prettamente previdenziale, lo Stato garantisce un aiuto economico anche a chi nella vita non ha mai versato contributi e dunque non può accedere né alla pensione secondo le regole ordinarie, né secondo quelle dei canali privilegiati che permettono di ottenerla in via anticipata.
Ci riferiamo all’assegno sociale, uno strumento che fino agli anni ’90 del secolo scorso prendeva il nome di pensione sociale. Esso altro non è che il trattamento:
Attenzione però, in quanto l’assegno sociale non spetta a tutti indistintamente, ma soltanto avendo i requisiti richiesti dalla legge. Quali sono? Eccoli di seguito:
Le donne possono altresì accedere alla cd. pensione casalinghe. La prestazione è pagata dall’omonimo fondo dell’istituto di previdenza a favore delle donne che hanno svolto sempre mansioni nell’abitazione e a favore della famiglia, e che dunque non hanno maturato contributi da lavoro nella loro vita.
Attenzione pero, perché al Fondo Casalinghe ci si deve iscrivere (possono farlo anche i maschi), ma bisogna pagarsi da sé i contributi – di fatto autofinanziandosi la pensione spendendo poco più di trecento euro l’anno. Una volta raggiunti almeno 5 anni di contributi, scatterà il diritto a pensione di pensione di vecchiaia, a condizione di aver compiuto almeno 57 anni d’età, oppure 65 anni nelle ipotesi nelle quali i versamenti non siano sufficienti a conseguire un assegno previdenziale uguale almeno all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20%.
Non c’è un importo prefissato per i versamenti, viene però richiesto un minimo di 26 euro al mese e si consegue un anno di contribuzione – con il versamento di circa 310 euro. Se però i contributi versati non sono sufficienti a maturare una pensione casalinghe, allora questi restano silenti e così si perdono. L’ammontare della pensione casalinghe dipenderà sempre dai versamenti svolti. All’incirca con 35 anni di contributi minimi, si può ottenere una pensione di mille euro mensili.
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