Quali sono i requisiti da rispettare per avere accesso alla pensione di reversibilità? Quando spetta e in quale misura? Sciogliamo ogni dubbio.
Cosa accade ai superstiti quando un pensionato muore? Soddisfacendo determinate condizioni possono richiedere e ottenere la pensione di reversibilità.
La pensione indiretta e di reversibilità viene erogata ai familiari superstiti dopo la morte dell’assicurato o pensionato INPS. Il trattamento risulta pari alla quota percentuale della pensione liquidata o che avrebbe ricevuto il deceduto. Nello specifico se il decesso interessa un assicurato allora verrà erogata ai superstiti la pensione indiretta a condizione di aver raggiunto quindici anni di anzianità assicurativa e contributiva oppure cinque anni di cui tre negli ultimi cinque anni prima del decesso.
La pensione di reversibilità, invece, è un diritto dei familiari superstiti di un pensionato. Spetta al coniuge o all’unito civilmente, al coniuge separato o divorziato se non si è risposato e riceve l’assegno divorzile. Tra i beneficiari anche i figli minorenni, inabili al lavoro, maggiorenni studenti entro i 26 anni. Ma qual è la condizione necessaria affinché il trattamento venga erogato?
Per ricevere la pensione di reversibilità si deve verificare una condizione
Il diritto risulta strettamente connesso alla condizione di essere a carico del pensionato al momento della morte. La pensione di reversibilità, dunque, verrà erogata solo se il familiare sopravvissuto risulta a carico del deceduto. Tale condizione si verifica al sussistere delle condizioni di non autosufficienza economica o mantenimento abituale.
Risulta importante per l’accertamento del requisito la convivenza o meno del superstite con il pensionato deceduto. Per quanto riguarda i figli studenti, questi hanno diritto al trattamento anche se svolgono un’attività lavorativa che garantisce loro un piccole reddito. Parliamo di una somma inferiore all’importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni Lavoratori dipendenti a cui si aggiunge il 30% calcolato sul periodo di svolgimento dell’attività lavorativa.
Se mancano coniuge e figli o non dovessero avere diritto alla pensione di reversibilità, questa spetterebbe ai genitori dell’assicurato o pensionato over 65. Non dovranno risultare titolari di pensione diretta o indiretta e vale comunque la condizione dell’essere a carico del deceduto.
Se mancano coniuge, figli e genitori, potrebbero ricevere il trattamento i fratelli celibi o le sorelle nubili inabili al lavoro, non titolari di pensione diretta e a carico del pensionato/assicurato alla morte di quest’ultimo. Infine, in assenza di altri familiari la pensione di reversibilità potrebbero ottenerla i nipoti, sempre risultando a carico del defunto.