Limiti ai versamenti sul conto corrente e poteri di controllo del Fisco. Quanto denaro si può depositare senza rischiare verifiche?
Ciò che transita nei depositi nelle banche può essere vagliato dal Fisco ed anzi oggi all’Agenzia delle Entrate, potenzialmente, può non sfuggire nulla dei versamenti presso la propria filiale di fiducia.
Dunque, un po’ di attenzione meritano i limiti e le norme in tema di controlli, ma soprattutto la risposta alla seguente domanda: quale la somma massima che si può versare sul proprio conto corrente, senza rischiare di essere segnalati? Facciamo chiarezza a riguardo.
Al fine di reprimere i reati fiscali in generale ed assicurarsi che ciò che giunge nei conti correnti sia frutto di attività lecite, negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente i poteri in capo all’Agenzia delle Entrate. Lo ha confermato la Corte di Cassazione, con un provvedimento nel quale è scritto chiaramente che dette verifiche possono riguardare tutti i contribuenti – dai pensionati agli studenti universitari, dai negozianti ai lavoratori subordinati.
Le norme sui poteri del Fisco sono chiare: i versamenti sul conto corrente rappresentano attività tracciabili, e dunque monitorabili. Ciò perché sono registrate in un circuito interno alla banca. L’istituto di credito tiene traccia di tutti questi versamenti grazie alle sue banche dati informatiche ed, infatti, le operazioni via via catalogate e raccolte sono comunicate, dalle stesse banche, al Fisco.
A questo proposito rileva l’archivio denominato “Anagrafe dei Rapporti Finanziari” – un database che raccoglie informazioni sui c/c dei cittadini, inclusi movimenti, saldi e rapporti bancari: sarà compito del Fisco analizzare le somme che emergono da questo archivio, onde capire se sono state dichiarate o meno e, dunque, determinare se il soggetto a cui si ricollegano, abbia commesso – o meno – una violazione di norme fiscali. Le banche sono tenute per legge a comunicare all’Anagrafe dei c/c le informazioni legate ai movimenti bancari, comprese le operazioni di piccolo importo, per renderle disponibili – eventualmente – al Fisco.
Veniamo alla domanda di cui al titolo, a cui ci serve rispondere prima di affrontare il quesito posto in apertura: ebbene non esiste un limite legale particolare, sulla quantità di banconote che si possono versare sul proprio conto corrente. Ma, per legge, il Fisco può presumere che detti versamenti siano frutto di evasioni fiscali e, perciò, può verificarne la provenienza.
Abbiamo ricordato che tutti i versamenti di denaro contante transitano nell’Anagrafe dei conti correnti e, pertanto, non ci sono limiti all’importo – sotto ai quali non si viene mai segnalati. Il rischio potenzialmente c’è sempre, ma attenzione perché l’Agenzia delle Entrate non farà mai accertamenti per importi scarsi come versamenti di poche decine o centinaia di euro.
Il motivo è semplice: l’accertamento fiscale è assai improbabile, se non impossibile, perché le Entrate non possono contare su strumenti e personale sufficiente per controllare anche la miriade di versamenti di ridotto ammontare. Tuttavia occorre sempre essere nelle condizioni di giustificare l’origine dell’operazione.
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