Il baccalà è una fonte nutrizionale ricca di benefici per la salute, ma attenzione al consumo prolungato. Ecco cosa sapere.
Chi ama mangiare pesce a tavola, molto probabilmente avrà già provato almeno una volta il baccalà, ovvero il prodotto della conservazione sotto sale del merluzzo. C’è chi lo confonde e lo ritiene sinonimo dello stoccafisso, ma non è così in quanto quest’ultimo è il risultato di una diversa lavorazione di questo pesce: infatti lo stoccafisso è il merluzzo essiccato senza l’uso di sale.
Gradito a moltissimi amanti dei piatti dei menù di mare, il baccalà riserva tuttavia qualche brutta sorpresa. Il suo consumo frequente, infatti, non farebbe così bene alla salute e di seguito spiegheremo perché.
Questo pesce ha sicuramente dei pregi ed, oltre alla versatilità di utilizzo in un gran numero di piatti, il suo consumo garantisce un elevato contenuto di proteine, fondamentali per la crescita, il mantenimento dei tessuti muscolari e la salute delle ossa. Al contempo il baccalà è ricco di Omega-3, acidi grassi che fanno bene al cuore. Nel baccalà, inoltre, sono contenute vitamine in buona quantità, come la B12 o la B6, e minerali tra cui il fosforo e il potassio.
Nel baccalà vi sono altresì pochi grassi saturi, che contribuiscono alla diminuzione dei rischi di malattie cardiovascolari, e poche calorie, facilitando così coloro che vogliono dimagrire o mantenere il peso forma.
Questi i principali aspetti positivi legati al consumo di baccalà ma – dicevamo – qualche nota stonata c’è. Questo pesce è infatti assai ricco del minerale denominato ‘sodio’ e di quel grasso che prende il nome di ‘colesterolo’. Come spiegano gli esperti in materia di nutrizione e sana alimentazione, si tratta di sostanze che è preferibile non assumere in grandi quantità. Sussistono infatti potenziali pericoli per l’apparato cardiovascolare e per coloro che sono affetti da ipertensione.
Attenzione anche agli eventuali problemi pregressi all‘apparato gastrointestinale: infatti il sodio è un minerale ‘potente’ e il consumo prolungato di baccalà potrebbe dunque produrre un danno alla mucosa gastrica. Chi non vuole rischiare di aggravare un’ulcera, farà bene dunque a mangiare baccalà in modo molto moderato.
Il baccalà contiene anche molti nitriti (NO2) e i nitrati (NO3), ovvero sostanze formate da azoto ed ossigeno normalmente presenti in natura, ma che vanno assimilate con molta attenzione. Infatti gli esperti di alimentazione sottolineano che la loro assunzione può comportare un aumento dei rischi di cancro allo stomaco e al colon.
Mentre coloro che non tollerano l’istamina, devono assolutamente bandirlo dalla dieta onde evitare reazioni allergiche quali mal di testa, emicrania, diarrea, nausea, vomito, gastrite e gonfiore addominale.
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