Bonus mobili per una casa diversa, cosa si rischia? La Cassazione avverte i furbetti

Si può utilizzare il Bonus mobili per arredare un’abitazione differente da quella ristrutturata? Scopriamo cosa stabilisce la legge.

Grazie al Bonus mobili si può ottenere una detrazione IRPEF al 50% per l’acquisto di arredamento e grandi elettrodomestici, in seguito al compimento di lavori di ristrutturazione edilizia.

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Quando si può richiedere il Bonus mobili? (gazzettapmi.it)

Le due agevolazioni, dunque, sono strettamente connesse e non possono essere utilizzate se una di esse viene meno. Il Bonus mobili sarà attivo fino al 31 dicembre 2024, a meno che non intervenga una proroga e, dopo tale data, sarà possibile richiedere solo il Bonus ristrutturazione ma nella misura del 36%.

Uno dei dubbi più ricorrenti tra i contribuenti riguarda la possibilità di usufruire della detrazione al 50% per arredare una casa diversa da quella oggetto degli interventi di ristrutturazione. Ad esempio, Tizio ristruttura la propria casa accedendo al Bonus ristrutturazione ma, poi, acquista una cucina con il Bonus mobili da destinare alla casa al mare (esclusa dal progetto di risanamento edilizio). Cosa succede in questi casi?

Bonus mobili per una casa diversa da quella ristrutturata: quali sanzioni possono essere irrogate?

L’Agenzia delle Entrate ha più volte specificato che, per il riconoscimento del Bonus mobili, è necessario che l’arredamento acquistato vada ad abbellire esclusivamente l’abitazione che è stata ristrutturata.

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Il Bonus mobili può essere usato per un’altra casa? (gazzettapmi.it)

Questa regola è stata ribadita anche da una recente Ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 29852 del 27 ottobre 2023. I Giudici hanno specificato che, per la corretta fruizione del Bonus mobili, il beneficiario deve dimostrare che possiede tutti i presupposti sanciti dalla normativa di riferimento. Nello specifico, bisogna accertare che l’arredamento comprato è destinato all’immobile presso il quale sono stati compiuti i lavori di recupero edilizio.

Di conseguenza, in caso di eventuali controlli da parte dell’Amministrazione Finanziaria, il contribuente può rischiare la perdita del Bonus e il recupero delle somme versate da parte del Fisco. Per dimostrare la liceità della propria condotta, ad esempio, il contribuente potrebbe mostrare la documentazione relativa al montaggio dei pezzi di arredamento da parte della ditta incaricata, dalla quale risulta che le operazioni sono state effettuate presso l’indirizzo dell’immobile che è stato precedentemente ristrutturato.

Con la Circolare 17/E del 2023, inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i mobili possono essere acquistati con il Bonus al 50% per arredare un ambiente della stessa abitazione diverso da quello ristrutturato. È, ad esempio, il caso in cui si ristruttura la cucina e si compra una nuova camera da letto, a condizione che quest’ultima si trovi nella stessa casa della cucina ristrutturata.

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