Ci sono pensionati che non gradiscono l’accredito automatico della pensione sul conto corrente. Le ragioni e alcuni utili chiarimenti.
L’accredito della pensione in banca è alternativo rispetto al ritiro del trattamento previdenziale, in denaro contante, presso gli uffici delle Poste. C’è chi tuttora preferisce questo metodo classico invece che l’automatico versamento nel conto corrente, il primo giorno bancabile di ogni mese.
Ma quali sono i motivi alla base di questa scelta? Ed inoltre, l’accredito in banca della pensione può riservare dei rischi? Scopriamolo di seguito.
Come accennato, i pensionati che vanno allo sportello postale per riscuotere la mensilità sono tuttora molti. Debbono rispettare il calendario di suddivisione del ritiro per lettera del cognome e preferiscono questa modalità, pur dovendo affrontare un’attesa a volte non brevissima presso lo sportello – a causa delle possibili code.
C’è chi ritira la pensione in posta per scarsa conoscenza dei servizi bancari ma c’è anche chi preferisce così, ed evita il pur comodo accredito in automatico nel c/c. In effetti la praticità dell’accredito automatico riserva qualche rischio, a pensarci bene.
Di che si tratta? Ebbene, basti ricordare i non pochi debitori che, non avendo ancora saldato il dovuto, preferiscono che l’assegno mensile della pensione non passi sul conto corrente, ovvero un bersaglio facile per i creditori. Questi ultimi, ovviamente, ambiscono a recuperare la somma spettante e possono farlo con il pignoramento che però, a onor del vero, è operativo solo entro certi limiti.
Tuttavia, come già per lo stipendio, pignorabile sia presso il datore di lavoro che presso la banca / Poste, anche il pignoramento della pensione potrà compiersi sia in modo diretto presso l’Inps o presso altro ente previdenziale di riferimento, ancor prima che l’ammontare sia versato al pensionato. Conseguentemente la convinzione dei pensionati, secondo cui ritirare il trattamento alle Poste eviterebbe di esporlo ai creditori, è errata.
Inoltre, con il pignoramento del conto corrente, la banca viene obbligata a bloccare le somme presenti sul conto corrente del debitore e a spostarle al creditore.
Ci sono poi coloro che non vogliono accreditare la pensione nel conto corrente e a non sottostare alle formalità tipiche di questo contratto con la banca, per ragioni collegate al possibile fallimento della stessa (le somme depositate sul conto sono comunque protette entro la soglia dei 100mila euro), e soprattutto per le spese collegate alla tenuta del conto.
D’altronde per chi vive di sola pensione e magari di importo esiguo, i costi legati al conto corrente – anche pari a 200 euro annui – possono essere tranquillamente evitati, tralasciando i rapporti con la banca e rivolgendosi direttamente allo sportello postale per il versamento diretto da parte dell’Inps.
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